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Risorsa bibliografica facoltativa
Scheda Riassuntiva
Anno Accademico 2019/2020
Scuola Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
Insegnamento 092101 - ARCHITETTURA SOCIALE
Docente Capolongo Stefano
Cfu 4.00 Tipo insegnamento Monodisciplinare

Corso di Studi Codice Piano di Studio preventivamente approvato Da (compreso) A (escluso) Nome Sezione Insegnamento
Arc - Urb - Cost (1 liv.)(ord. 270) - MI (1094) PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA***AZZZZ092101 - ARCHITETTURA SOCIALE
Arc - Urb - Cost (Mag.)(ord. 270) - MI (1017) ARCHITETTURA - ARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI***AZZZZ092101 - ARCHITETTURA SOCIALE
Arc - Urb - Cost (Mag.)(ord. 270) - MI (1195) ARCHITETTURA - AMBIENTE COSTRUITO - INTERNI - ARCHITECTURE - BUILT ENVIRONMENT - INTERIORS***AZZZZ092101 - ARCHITETTURA SOCIALE
Arc - Urb - Cost (Mag.)(ord. 270) - MI (1217) ARCHITETTURA E DISEGNO URBANO - ARCHITECTURE AND URBAN DESIGN***AZZZZ092101 - ARCHITETTURA SOCIALE

Obiettivi dell'insegnamento

Gli insegnamenti opzionali consentono allo studente di completare la propria formazione e di caratterizzare il proprio profilo formativo scegliendo secondo i propri interessi personali le tematiche di approfondimento tra un ampio ventaglio di alternative.


Risultati di apprendimento attesi

Secondo i Descrittori di Dublino (DdD), il superamento dell’esame attesta l'acquisizione dei seguenti risultati:

DdD 1 (conoscenza e comprensione), 3 (autonomia di giudizio), 4 (abilità comunicative) e 5 (capacità di apprendimento)

- capacità di acquisire, elaborare autonomamente e comunicare conoscenze non strettamente inerenti i temi caratterizzanti del Corso di laurea (DdD 1, 3, 4 e 5).


Argomenti trattati

Il Corso di Architettura Sociale verte sull’analisi dell’evoluzione della società attraverso lo studio delle architetture complesse in relazione alle grandi trasformazioni demografiche, economiche e sociali. Il progetto ospedaliero e delle architetture per la salute saranno il principale oggetto di indagine all’interno del corso.

Il progetto di sviluppo e di emancipazione dell’umanità attraverso l’organizzazione di una società urbana totale manifesta oggi la propria crisi nel fatto che la promessa di nuove e migliori condizioni di vita si dimostra mantenuta solo per una piccolissima parte del pianeta. È per questo che va riesaminato il concetto stesso del termine benessere analizzando come tale concetto si è andato modificando nel tempo dall’accezione più antica, legata a una dimensione trascendente del senso della vita e della morte, a quella più recente legata in gran parte alle capacità di possesso e consumo. La ricerca del benessere si è andata sempre più traducendo in questi ultimi anni in un immenso spreco di risorse e nella limitazione delle possibilità stesse di sopravvivenza. Una società post-industriale, liberata dalla schiavitù della produzione di beni, che fonda il proprio benessere sullo sviluppo della creatività, sullo scambio di informazioni e sulla produzione di conoscenza, è una intuizione appena delineata nei suoi tratti generali. Ma quale ambiente saprà accogliere in un equilibrato rapporto tra l’uomo e la natura questa nuova società? Quale progetto siamo in grado oggi di definire per la costruzione di questa società, per la sua organizzazione, per realizzarne gli spazi di vita? Da sempre nel corso dei secoli al senso di insicurezza, di instabilità, di labilità della struttura sociale, di incertezza del vivere e del sopravvivere si sono contrapposte la fiducia e la speranza connesse all’atto del costruire, del fare architettura, dell’organizzare gli spazi sociali della città e del territorio. Una costante volontà di comprendere e di razionalizzare il fenomeno sociale, e il rapporto tra organizzazione sociale e organizzazione degli spazi fisici di vita, ha infatti portato l’Europa, nel corso di quasi cinquecento anni, a definire precise regole di comportamento sociale e precisi modelli di organizzazione dello spazio urbano e delle relazioni territoriali, fino a conseguire radicali trasformazioni e concreti miglioramenti nelle condizioni di vita. Non a caso a partire dall’esperienza traumatizzante a livello economico, sociale politico, religioso, culturale, vissuta dalle popolazioni delle città colpite dalle grandi epidemie, si è via via affermata la sperimentazione di nuove tipologie architettoniche, di nuovi sistemi costruttivi e da nuovi criteri di organizzazione urbana che hanno contribuito a radicare una nuova speranza di vita e fiducia nel futuro. Contro ogni evidenza che faceva della città il luogo prediletto della morte, si sono verificate proprio nella città, come in grandi laboratori sperimentali, le possibilità non solo di arginare le epidemie, ma di sviluppare ulteriori livelli di cooperazione sociale, di migliorare i sistemi di assistenza, di istruzione, di approvvigionamento alimentare e i livelli di nutrizione, di individuare nuove risorse e promuovere un miglior uso di quelle esistenti. Le sperimentazioni compiute nel XII e XIII secolo con i lebbrosari, successivamente con i lazzaretti e in particolare con i lazzaretti delle città di mare, le sperimentazioni che hanno caratterizzato le diverse fasi di sviluppo delle istituzioni assistenziali e la definizione delle tipologie degli organismi ospedalieri contemporanei, stanno a indicare la volontà di conseguire nuove condizioni di benessere, di promuovere attraverso l’attenzione posta non solo alla terapia, ma soprattutto alla prevenzione, lo sviluppo delle forze produttive e della città come luogo della loro massima espressione. A questo lungo lavoro è nostro compito dare continuità individuando innovative linee progettuali.

I risultati di apprendimento attesi sono:

- la conoscenza della responsabilità del progettista nelle scelte progettuali e architettoniche che possono influenzare la qualità di vita e lo stato di salute psico-fisico dell'uomo;

- la comprensione, attraverso lo studio dell’evoluzione architettonica, tipologica e funzionale delle cosidette "Architetture per la Salute" e delle più importanti trasformazioni che interessano la società contemporanea;

- la conoscenza dei principali aspetti che caratterizzano le "Architetture per la Salute" attraverso l’approfondimento tematico di best practices nazionali ed internazionali.


Prerequisiti
 

Modalità di valutazione

La frequenza al corso non è obbligatoria, ma fortemente consigliata.

Ai non frequentanti è richiesto lo studio del testo Architecture for flexibility in healthcare.

L’esame consiste in una prova orale che verte sui contenuti del ciclo di lezioni e sulla bibliografia riportata, con domande di carattere teorico sugli argomenti del corso volte a evidenziare la capacità dello studente di elaborare collegamenti fra i vari argomenti del corso.


Bibliografia
Risorsa bibliografica obbligatoriaCapolongo S, Edilizia ospedaliera. Approcci metodologici e progettuali, Editore: HOEPLI, Anno edizione: 2006, ISBN: 9788820334963
Risorsa bibliografica obbligatoriaAttali J, L'Ordine cannibale. Vita e morte della medicina, Editore: Feltrinelli, Anno edizione: 1980, ISBN: 978-8807190032
Risorsa bibliografica obbligatoriaMcNeill W, La peste nella storia, Editore: Eunaudi, Anno edizione: 1981, ISBN: 9788866970163
Risorsa bibliografica facoltativaCapolongo S, Architecture for flexibility in healthcare, Editore: Franco Angeli, Anno edizione: 2012, ISBN: 9788820415020

Software utilizzato
Nessun software richiesto

Forme didattiche
Tipo Forma Didattica Ore di attività svolte in aula
(hh:mm)
Ore di studio autonome
(hh:mm)
Lezione
30:00
45:00
Esercitazione
10:00
15:00
Laboratorio Informatico
0:00
0:00
Laboratorio Sperimentale
0:00
0:00
Laboratorio Di Progetto
0:00
0:00
Totale 40:00 60:00

Informazioni in lingua inglese a supporto dell'internazionalizzazione
Insegnamento erogato in lingua Italiano
Possibilità di sostenere l'esame in lingua inglese
schedaincarico v. 1.8.3 / 1.8.3
Area Servizi ICT
28/11/2023