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Scheda Riassuntiva
Anno Accademico 2019/2020
Scuola Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
Insegnamento 052922 - LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA DEGLI INTERNI
Docente Brenna Mariella , Pesenti Serena
Cfu 12.00 Tipo insegnamento Laboratorio

Corso di Studi Codice Piano di Studio preventivamente approvato Da (compreso) A (escluso) Nome Sezione Insegnamento
Arc - Urb - Cost (1 liv.)(ord. 270) - MI (1094) PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURAMIAAZZZZA052922 - LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA DEGLI INTERNI

Obiettivi dell'insegnamento

La forma didattica del laboratorio consente di mettere alla prova la capacità dello studente nell’applicare a temi concreti le conoscenze maturate all'interno degli insegnamenti.

Il Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni indaga il progetto dell’Architettura degli Interni nelle diverse articolazioni (riuso del costruito, interni urbani e spazi aperti, allestimento e arredamento) e alle differenti scale di lettura critica, contrassegnate dalla “dimensione umana” dello spazio. Il Laboratorio promuove la conoscenza critica della cultura storica del progetto degli interni e le sue prospettive contemporanee e incentra l’attività progettuale sui temi del riuso (edifici e interni urbani), della valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico, dei sistemi diffusi di recupero del territorio. Propone lo studio e il progetto di ambienti pubblici e semipubblici – come i luoghi del sapere, del lavoro, del culto religioso, del tempo libero – e privati, cui si affiancano il progetto degli spazi aperti urbani e paesaggistici e dei servizi collettivi per la diffusione culturale.

Obiettivi del Laboratorio sono, inoltre, l’esplorazione e l’acquisizione delle modalità progettuali relative all’Architettura degli Interni attraverso i suoi caratteri tipologici, spaziali, funzionali, materici, con particolare rilevanza rispetto all’ambiente preesistente, architettonico e urbano, e la conoscenza e la comprensione del processo progettuale quale sintesi di apporti multidisciplinari.


Risultati di apprendimento attesi

A conclusione dell’esperienza di laboratorio, lo studente maturerà conoscenza e comprensione delle modalità progettuali relative all'architettura degli interni alle diverse scale dimensionali, comprese quelle di definizione del dettaglio architettonico e dell’arredo. Saprà applicare articolate metodologie per impostare e risolvere progetti finalizzati alla soluzione di problemi complessi e rappresentare adeguatamente le diverse scale dimensionali del progetto. Sarà in grado di operare scelte progettuali in autonomia e comunicarne i risultati in modo chiaro e motivato, con strumenti adeguati ai diversi interlocutori (specialisti e non specialisti), sia per l'intero processo decisionale che per la soluzione finale.


Argomenti trattati

Mariella Brenna Architettura degli Interni (8 CFU) - Serena Pesenti, Restauro (4 CFU) L’ARCHITETTURA DEGLI INTERNI NEL PROGETTO PER IL COSTRUITO. PROGETTO DI RIUSO DELL’EX MERCATO AL QT8 di MILANO A SEDE DEL CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) GLI ARCHIVI DEL PROGETTO A MILANO.

Il Laboratorio, che si inserisce nell’iniziativa didattica della Scuola AUIC Ri-Formare Periferie Milano Metropolitana http://www.riformaremilano.polimi.it/, si propone di guidare gli studenti nell’elaborazione di un progetto di intervento “per il costruito" (non un progetto nel o sul o a fianco o dentro ad un edificio esistente) ma di “progettare avendo nella salvaguardia del costruito e nel riconoscimento delle ragioni che ne vedono necessaria la conservazione, il criterio di riferimento centrale dell’operare architettonico del nostro tempo”. Il progetto per il costruito quindi come azione che garantisce la messa in valore della permanenza e allo stesso tempo assicura la sua conversione verso le nuove esigenze del presente attraverso l’inserimento di funzioni e soluzioni spaziali adeguate. Il programma dell'attività del Laboratorio vuole verificare come, nel loro insieme, edifici ed aree degradati possano essere considerati un'importante risorsa per attivare processi di trasformazione urbana incentrati sulla rigenerazione, il riuso, il recupero, alle diverse scale, del tessuto esistente. Progettare per il  costruito implica e obbliga ad una indagine sull’identità del luogo, le sue caratteristiche e le capacità di ospitalità dei suoi spazi.

Ogni progetto che “trova casa” nell’esistente, in spazialità già date, deve saper negoziare tra la “vocazione spaziale” che il luogo possiede e le necessità da soddisfare perché questo spazio possa essere utilizzato con modalità nuove. Studiare un luogo per scoprire quanto possa essere capace di accogliere piuttosto che di imporsi è senza dubbio un approccio fondamentale nella pratica del progetto secondo una tradizione che si è soliti attribuire all’Architettura degli Interni. Progettare per il costruito implica una visione del fare architettura più orientata sull’ascolto dell’altro che sull’affermazione di sé, richiede maggiore attenzione e rispetto nella scelta dei materiali e delle tecniche di intervento; sollecita una progettualità che rifugge dalla routine e dalle pratiche consolidate, per farsi ricerca, adattamento e scoperta sul campo.  Nello sviluppo coerente del processo progettuale, la fase che segue alla lettura del contesto e del luogo, è quella che in modo più articolato e complesso pone l'architetto di fronte ad alcune scelte che orienteranno il successivo percorso di definizione e approfondimento dei temi inerenti l'organismo architettonico. L'elaborazione della scelta insediativa, all'origine della fase ideativa del progetto di architettura, è dunque decisiva: da essa deriveranno infatti le scelte successive. Le funzioni dovranno essere progettate secondo relazioni visibili e riconoscibili, sia all'interno del manufatto preesistente che in rapporto con il contesto circostante, facendo particolare attenzione alla natura e alla vocazione dei luoghi. Ogni funzione ha una precisa identità e precise esigenze funzionali ed espressive che dovranno essere declinate in un progetto che dialoghi con il contesto e che tenga conto delle relazioni che in esso possono essere instaurate.

L'esito dell'esperienza maturata all'interno dell'attività di laboratorio sarà il progetto di alcuni ambiti preesistenti (allestimento della sede dell'archivio nell'ex mercato al QT8) sviluppato in tutte le componenti strutturali e architettoniche e descritto attraverso adeguata elaborazione grafica volta ad evidenziare le scelte effettuate almeno in relazione ai seguenti temi: 1.conservazione e messa in valore dei caratteri architettonici distintivi del manufatto esistente; 2. riconoscibilità dei nuovi interventi rispetto all'esistente; 3. reversibilità dell’intervento e adeguatezza delle proposte progettuali rispetto ai caratteri distributivi, compositivi, tecnologici e di uso dei materiali in relazione alla vocazione degli spazi esistenti considerati. 

 Il CASVA AL QT8.

“L’acronimo CASVA riassume la titolazione del Centro Alti Studi sulle Arti Visive, un grande istituto che avrebbe dovuto radunare le civiche raccolte librarie, archivistiche e documentali della città, inglobandoli negli spazi recuperati dell’Ansaldo. Le istanze conservative dell’identità dei singoli Istituti all’interno del Castello Sforzesco hanno prevalso sul progetto CASVA lasciandolo quindi, in questa ampiezza, un sogno sulla carta, come lo sono molti dei progetti che oggi conserva nelle sue collezioni. Negli ultimi anni il CASVA ha precisato il suo campo di azione quale “Archivio del progetto a Milano” conservando invariato il suo ormai autorevole acronimo: di Centro Alti Studi sulle Arti Visive. I suoi fondi archivistici raccolgono infatti l’operato dei più noti architetti milanesi del Novecento e i fondi archivistici di altri autorevoli nomi aspettano di essere accolti. L'Archivio, con le sue ricche collezioni di fotografie, modelli, disegni, prototipi, dipinti, opere d'arte create o raccolte da progettisti, architetti e designer, ha oggi tutte le carte in regola per diventare un Istituto permanente di conservazione e valorizzazione”.

Gli archivi, accanto ai musei, formano una delle più importanti modalità che la nostra civiltà ha sviluppato per conservare le tracce dei progetti, delle intenzioni e delle relazioni che sottacciono alla realtà dell’oggi. L’archivio conserva i documenti senza volerli forzare in una storiografia data a priori ma attraverso codici seriali, ne garantisce la reperibilità, l’accessibilità e la fruibilità, quale strumento di conoscenza del nostro passato. Nell’archivio si scrivono storie e tassonomie. Con i suoi muri di carta e la polimatericità dei suoi documenti il CASVA è l’archivio del progetto a Milano. Conserva disegni, corrispondenze, modelli, prototipi che letti trasversalmente per argomenti e temi, danno evidenza del sistema di idee che ha prodotto la realtà e lo spazio in cui viviamo. Il tesoro di 200.000 documenti e materiali d’archivio, che il CASVA gli archivi del progetto a Milano custodisce, testimonia la storia delle più significative esperienze di architettura design e moda dal Novecento ad oggi. Tra gli archivi più noti basti qui citare quelli di Luciano Baldessari, Roberto Sambonet, Vittorio Gregotti e quelli dello studio De Pas D’Urbino Lomazzi. Il CASVA, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, attualmente ospitato all’interno del Castello Sforzesco,  è un Istituto culturale costituito nel 1999 dal Comune di Milano su Impulso di Zita Mosca Baldessari e per volontà di Alessandra Mottola Molfino. Le potenzialità di ricerca, didattica, divulgazione culturale del suo patrimonio archivistico, varca i confini del territorio nazionale, ma è fortemente limitata nella fruizione in sede per la mancanza di uno spazio conforme alle possibilità di crescita dell’Istituto. Da qui la ricerca di una nuova sede e l’individuazione di una destinazione possibile nel QT8, quartiere al centro della sperimentazione architettonica del Novecento.

Se Milano vede una forte concentrazione delle istituzioni culturali nella sue cerchie più centrali e le strutture nate negli ultimi anni contribuiscono a questa situazione, si assiste oggi, in controtendenza ad un processo di rivalutazione dei quartieri più periferici. Servizi, verde e qualità di vicinato hanno già convinto molti milanesi a vivere fuori dal centro storico. In questa dialettica, tra centro e quartieri abitativi, un particolare ruolo tocca al quartiere del QT8, già quartiere sperimentale costruito con un impianto verde e servizi solidi, estremamente amato dai propri abitanti. Nasce storicamente come controproposta alla città monocentrica, trova l’apporto di numerosi architetti dell’Avanguardia del dopoguerra, consolidando un modello ideale con tutti i pregi dei più rinomati insediamenti campione europei come il Weissenhof a Stoccarda  o il Werkbund Siedlung di Vienna. Il QT8 costituisce ancora oggi un fortunato esempio di urbanistica e di progettualità moderna italiana, nonostante molte premesse siano oggi diventate anacronistiche. L'idea di un quartiere sperimentale a Milano nasce nel primo dopoguerra e diventa concreta in occasione dell'Ottava Triennale di Milano, grazie all'iniziativa dell'architetto Piero Bottoni. Il Laboratorio indagherà la storia del quartiere attraverso il racconto delle sue trasformazioni, ed in particolare delle latenze che queste trasformazioni producono in quello che avrebbe dovuto essere il suo centro, mai realizzato la cui valenza e forma è mutata, nelle fasi progettuali del quartiere tra le soluzioni più diverse. Con queste variazioni si è modifica nel tempo la definizione urbana dell’area, così come il suo rapporto con il centro di Milano. Il centro del quartiere, come infine realizzato si presenta oggi come una somma di servizi che hanno rinunciato al loro carattere “civico” integrale, originale: solo il mercato e la chiesa di Vico Magistretti con Mario Tedeschi, si aggregano attorno al vuoto lasciato dalle molte proposte che si sono susseguite. Le valenze simboliche della collettività si sono trasferite alla montagna di macerie, il Monte Stella. 

L’attività progettuale del Laboratorio è l’occasione per riflettere sul futuro dell’Istituto al QT8, quartiere sperimentale della città moderna che è oggi diventato una pagina della storia dell’architettura e del presente di Milano, quella stessa pagina di cui trattano gli archivi del progetto. Cercare oggi una risposta per i problemi del QT8 significa misurare la distanza temporale tra le prime proposte ed i nostri tempi. L’archivio offre la possibilità di riempire la storia di questa latenza e fornisce possibili chiavi di accesso agli sviluppi futuri. La nuova sede del CASVA nell’ex mercato quindi come servizio alla comunità e nucleo di riferimento per la valorizzazione di tutto il ricco patrimonio architettonico e ambientale del quartiere. Con la chiusura del mercato il vulnus ha raggiunto dimensioni significative, per l’impianto urbanistico del quartiere, che solo grazie alla elevata qualità del contesto ed alla attiva partecipazione dei cittadini ha arginato un rapido declino. Il manufatto che mostra nella sua realizzazione tutte le qualità del quartiere che lo circonda, non può essere riutilizzato secondo il suo scopo originale, e deve continuare a costituire un punto di riferimento per gli abitanti. La straordinaria convergenza culturale tra la mission del CASVA, ed un intero brano di città, pensato come esposizione delle ambizioni urbanistiche e architettoniche dell’immediato dopoguerra italiano, una situazione nella quale il 'contenuto' dell’archivio trova idealmente una così esplicita continuazione nel suo contesto, offre l'opportunità per Milano di guardare con nuove prospettive alle istituzioni culturali decentralizzate. La legittimità e il bisogno degli archivi storici, spesso incompresi, trovano con questa collocazione una plausibilità invidiabile.

Il corso integrativo di Restauro (Prof.ssa Serena Pesenti) si pone lo scopo di aiutare lo studente nell'analisi del patrimonio costruito, offrendo metodi e strumenti per l’apprendimento di un corretto percorso conoscitivo preliminare al progetto. L’obiettivo è quello di integrare il progetto d’interni con l’attenzione alla conservazione dell’edificio, sviluppando un dialogo interdisciplinare sull’argomento dell’esercitazione progettuale. Dopo una breve introduzione sul tema del ‘restauro del moderno’, con illustrazione di interventi esemplificativi, si analizzeranno le caratteristiche e gli elementi costruttivi dell’edificio oggetto di studio. In particolare si esamineranno i materiali costitutivi, i fenomeni di invecchiamento e degrado e le relative tecniche di conservazione.

 


Prerequisiti

La successione della frequenza degli insegnamenti nel percorso formativo e l’ordine di verbalizzazione dei relativi esami deve seguire le precedenze indicate nel regolamento del Corso di Studio.


Modalità di valutazione

Il lavoro organizzato per gruppi composti da due o max. tre studenti, prevede la valutazione di un ex tempore; di due esercitazioni :

1. Riconoscimento dei materiali e del degrado del manufatto esistente (Restauro)  

2. analisi critica di due casi studio (Architettura degli Interni)

e di due stati di avanzamento del progetto (discusso collegialmente in due seminari pubblici) a cadenza mensile e alla conclusiva elaborazione di materiale d’esame composto da tavole e modelli di studio e modello definitivo (scale dal 1:500 a 1:20). Nel corso di Restauro può essere prevista una prova in itinere individuale; le prove scritte non sostenute o insufficienti saranno recuperate nell'interrogazione orale dell'esame finale. 

La frequenza del Laboratorio è obbligatoria. L'esame consisterà nella valutazione degli elaborati teorici e applicativi sviluppati da ciascun studente e in una discussione dei contenuti delle lezioni e della bibliografia del Laboratorio.

Le modalità attraverso cui le diverse attività didattiche previste contribuiscono al raggiungimento dei risultati di apprendimento attesi sono definite in accordo con i seguenti cinque Descrittori di Dublino:

1 Conoscenza e capacità di comprensione (knowledge and understanding)

2 Capacità di applicare conoscenza e comprensione (applying knowledge and understanding)

3 Autonomia di giudizio (making judgements)

4 Abilità comunicative (communication skills)

5 Capacità di apprendimento (learning skills)

 

 


Bibliografia
Risorsa bibliografica obbligatoriaAdriano Cornoldi (a cura di), Gli interni nel progetto sull'esistente, Editore: Il POLIGRAFO, Anno edizione: 2007
Risorsa bibliografica obbligatoriaMaurizio Vitta, Dell'abitare. Corpi spazi oggetti immagini, Editore: Einaudi, Anno edizione: 2008, ISBN: 9788806187217
Risorsa bibliografica obbligatoriaMaurizio Boriani (a cura di), Progettare per il costruito. Dibattito teorico e progetti in Italia nella seconda metà del XX secolo, Editore: CittStudi, Anno edizione: 2008
Risorsa bibliografica obbligatoriaRoberta Grignolo, Bruno Reichlin (a cura di), Lo spazio interno moderno come oggetto di salvaguardia, Editore: Mendrisio Academy Press-Silvana Editoriale, Anno edizione: 2012
Risorsa bibliografica obbligatoriaGiovanni Carbonara, Trattato di restauro architettonico, Editore: Utet, Anno edizione: 1996
Risorsa bibliografica obbligatoriaStefano F. Musso, Recupero e restauro degli edifici storici, Editore: EPC libri, Anno edizione: 2004
Risorsa bibliografica obbligatoriaCarolina Di Biase, Il degrado del calcestruzzo nell'architettura del Novecento, Editore: Maggioli, Anno edizione: 2009

Software utilizzato
Nessun software richiesto

Forme didattiche
Tipo Forma Didattica Ore di attività svolte in aula
(hh:mm)
Ore di studio autonome
(hh:mm)
Lezione
43:00
46:35
Esercitazione
29:00
31:25
Laboratorio Informatico
0:00
0:00
Laboratorio Sperimentale
0:00
0:00
Laboratorio Di Progetto
72:00
78:00
Totale 144:00 156:00

Informazioni in lingua inglese a supporto dell'internazionalizzazione
Insegnamento erogato in lingua Italiano
schedaincarico v. 1.8.1 / 1.8.1
Area Servizi ICT
30/05/2023