Laboratorio di Progettazione dell'Architettura degli interni (Piacenza - a.a. 019.020)
Architettura degli Interni 8CFU: prof. Michele Ugolini Progetto dello Spazio Aperto Urbano e di Paesaggio 4CFU: prof. Francesco Lenzini
Il laboratorio si propone di delineare un progetto che, dal processo di conoscenza fino alla costruzione, intrecciando punti di vista e problematiche specifiche dell’architettura degli interni, dello spazio aperto e del paesaggio, sia effettivamente contemporaneo perché nutrito dall’esistente e, al contempo, disponibile verso il futuro.
Didatticamente riteniamo che l’architettura, intesa nel suo senso più vasto, non ammetta mediazioni e che l’unico approccio possibile, al nuovo come all’esistente, sia il progetto. In particolare ci interessa il rapporto tra l’uomo e lo spazio. Lo spazio abitabile (indipendentemente che sia al chiuso o all’aperto) costruito e definito dagli elementi architettonici che lo circondano, andrà inteso come condensatore di un sistema complesso di relazioni, non solo funzionali.
L’obiettivo è di definire un progetto che, partendo dall’interpretazione dell’esistente, si configuri nei suoi margini, divisori e arredi (anche dello spazio aperto), per essere verificato sino al dettaglio, cogliendo nell’internità il carattere peculiare dello spazio (di tutto lo spazio) e individuando in luce, colore, materia, forma, geometria, misura e proporzione, quelle specificità dell’architettura di cui il progetto d’interni si fa interprete.
Prestare attenzione ai segni, ai materiali e ai dettagli, alla storia che nell’architettura e nel paesaggio che ci circonda sono inscritti dal tempo che fluisce ininterrotto, significa acquisire la consapevolezza che lo spazio è corpo costruito vissuto e plasmato dalle persone che la abitano, a tutte le scale.
Ma riflettere sul tema dello spazio interno, ha soltanto senso in relazione allo spazio esterno, a costituire quella relazione fondativa dell’architettura sempre in bilico tra interno ed esterno. Dove l’esterno, non è costretto al solo spazio immediatamente circostante ma si apre a quello più vasto del paesaggio e dell’orizzonte. L’architettura e l’orizzonte, anche quella cosiddetta d’interni, si definisce esattamente nel rapporto con questo traguardo, termine ultimo di ogni nostra percezione terrena (non celeste).
Partendo dalla necessità di una riflessione su questi elementi, il laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni integrato dal modulo di Progetto dello Spazio Aperto Urbano e di Paesaggio opera uno scarto rispetto ai tradizionali modi di intendere il progetto d’interni, non come semplice opposizione all’esterno (un portico è un interno o un esterno?), provando piuttosto a ricercare identità plurime, alla piccola come alla grande scala. Si tratta allora di disvelare, a volte anche solo per frammenti, potenziali identità inespresse per arrivare a materializzarle nella realtà e farle uscire dal loro stato latente. Tra noi, il nostro respiro e la nostra voce. Tra noi e l’orizzonte. Allora, in architettura, sorge spontanea una domanda: sappiamo mettere un uomo seduto nel mondo?
Modalità didattiche operative:
- il lavoro proposto si svolge su base semestrale e prevede di affrontare un’esercitazione introduttiva dedicata agli spazi minimi dell'abitare con l'obiettivo di mettere a fuoco le condizioni e le misure minime necessarie al vivere quotidiano in un piano tipo residenziale;
- parte integrante del lavoro di progetto sarà lo svolgimento collettivo di una importante e approfondita operazione di mappatura e analisi del contesto oggetto di studio, operazione necessaria alla comprensione delle ricchezze del territorio e delle sue molteplici identità alla piccola come alla grande scala, dagli spazi interni al paesaggio;
- ulteriormente parte del progetto sarà una ricerca di casi studio significativi sullo stesso tema utili a meglio mettere a fuoco gli obiettivi del progetto stesso;
- il lavoro proposto vuole porre in essere quelle dinamiche di confronto con la realtà che il progetto stesso comporta e necessita, conseguentemente dovrà svolgersi in un luogo determinato (l'area e l'edificio delle attuali scuole elementari, i nuovi padiglioni da costruire in adiacenza e il sistema degli spazi aperti che si definisce insieme alle aree limitrofe; per maggiori specifiche vedere in fondo al programma) e in relazione con gli enti territoriali (comuni, provincie, parchi, ecc.) e le rappresentanze portatrici delle istanze sociali presenti in quel contesto;
- particolare importanza rivestono i sopralluoghi all’area di progetto, prolungati per più giorni per espletare le fondamentali operazioni di rilievo e per approfondire quel più generale rapporto di conoscenza diretta del luogo, dello spazio e dei suoi manufatti, oltre che dei suoi attori istituzionali e sociali e più in generale delle esigenze che un territorio esprime;
- la componente teorica del lavoro didattico riguarderà il progetto d’architettura e si comporrà di lezioni finalizzate allo sviluppo delle tematiche progettuali di volta in volta affrontate; a tal scopo ci si avvarrà anche di specifici apporti esterni, a volte dei progettisti stessi, per la presentazione di opere significative;
- il lavoro di analisi e progetto, organizzato sia individualmente che in piccoli gruppi secondo le necessità e il numero degli iscritti, si svolgerà continuativamente in aula per l’intera giornata e sarà costantemente verificato in itinere (anche nel rispetto delle scadenze); sarà inoltre sostenuto da verifiche seminariali particolarmente utili alla circolazione delle idee espresse dai singoli progetti che, in quanto patrimoni di conoscenza, dovranno rendersi collettivi;
- in generale negli elaborati finali è richiesto un alto grado di qualità grafica, anche digitale, e una precisa qualità realizzativa dei modelli insieme all’uso della fotografia e di presentazioni informatizzate;
- la frequenza è obbligatoria ed è necessaria la partecipazione a tutte le lezioni, alle verifiche in itinere, agli ex-tempore, ai workshop, così come la consegna di tutti i materiali;
- per garantire in alcuni momenti una significativa accelerazione progettuale, oltre la normale cadenza settimanale, si ritiene fondamentale utilizzare la modalità del workshop didattico in cui per diversi giorni continuativamente, in aula o soggiornando sul luogo, ci si applicherà in maniera intensiva al lavoro di analisi e progetto;
- è previsto, negli spazi della scuola o sul luogo di progetto, l’allestimento di mostre degli elaborati didattici prodotti (tavole e modelli) e la presentazione digitale pubblica dei lavori;
- eventuali viaggi-studio d'architettura o visite a mostre, organizzati all’interno del laboratorio sono da intendersi parte integrante del suo percorso didattico;
- ulteriori indicazioni bibliografiche, oltre a quelle riportate di seguito, verranno fornite in aula relativamente agli specifici argomenti trattati;
- guardare, osservare, leggere, studiare, riflettere, pensare sono strumenti indispensabili di cui ognuno di noi è dotato a priori;
- il ricercare negli archivi, il rilevare sul campo, fotografare, ma anche attraversare, vedere e persino toccare, sia le cose vicine che quelle lontane nello spazio e nel tempo, sia quelle grandi che quelle piccole, sono il modo in cui ci si approccia all’architettura, al suo corpo, al suo spazio costruito;
- lo schizzo, il disegno tecnico a matita, i modelli di studio, sono gli strumenti necessari alla prima fase di comprensione, riflessione e restituzione progettuale.
Ma allora, alla fine, come ci immaginiamo che debba essere il nostro laboratorio? Un luogo in cui docenti e studenti si impegnano collettivamente a progettare architettura in un continuo scambio di idee e di esperienza; in cui allo studente è richiesto un apporto di riflessione e critica costante, un impegno continuo e attivo: insomma di estrinsecare una passione.
Fare laboratorio per noi vuol dire fare progetto. Come e Dove
Il contesto oggetto dell'esperimento progettuale si trova nel paese di Fiorenzuola d'Arda, comune di 15.000 abitanti, secondo per dimensione solo al capoluogo di provincia Piacenza. Più precisamente si colloca lungo il viale di circonvallazione sud (viale Matteotti) interno dell’abitato.
L'edificato di Fiorenzuola è marginato a Ovest dal torrente Arda e attraversato nella sua zona storica (perpendicolarmente al fiume) dalla via Emilia, strada di origine romana da cui, in epoca medioevale, passava la via Francigena, antico percorso che da Canterbury, attraverso la Francia, conduceva i pellegrini a Roma e oltre sino alla terra Santa.
Il tema proposto è quello della trasformazione dell’area in cui sono collocate attualmente le scuole elementari edificate negli anni cinquanta del ‘900 e dei due edifici simmetrici con planimetria a “L” che contengono le aule e i servizi. I due fabbricati sono tra loro centralmente collegati da un corpo vetrato.
Partendo dal presupposto dello spostamento in altra sede delle attuali scuole elementari (nuovo polo scolastico), si aprono diverse ipotesi di progetto legate agli spazi aperti (il laboratorio è integrato dal modulo didattico di Progetto dello Spazio Aperto Urbano e di Paesaggio) con l’obiettivo di definire una continuità verde e di percorrenza ciclopedonale, con relativi luoghi di sosta, che connettano la periferia sud dal carattere preminentemente residenziale con il centro storico nel quale sono collocati gran parte dei servizi e delle attività terziarie e commerciali.
In successione da sud a nord si individuano: in adiacenza all’area scolastica ma separata da via San Giovanni Bosco, un’ampia zona sistemata a verde urbano (piazzale Giuseppe Verdi) da riorganizzare mantenendo le alberature; la stessa area cortilizia della scuola ora completamente chiusa; lo spazio antistante l’ingresso della scuola con il doppio accesso al sottopasso ciclopedonale di collegamento con il centro storico; il trafficatissimo viale Matteotti sotto cui si trova il sottopasso; piazzale Taverna che era storicamente una piazza ma che ora è uno spazio verde di attraversamento; via Liberazione che taglia da sud a nord tutto il centro storico e oltre sino alla ferrovia e poi sino al cimitero passando a lato dell'ospedale e dell'edificio dell'ex municipio (futura casa della salute).
La grande area cortilizia retrostante l’edificio scolastico è oggi racchiusa da una recinzione che andrà progettualmente demolita per aprirla alla fruizione pubblica e a nuove relazioni urbane con il grande spazio a verde pubblico di piazzale G. Verdi.
Sul lato opposto, nel centro storico ai lati di piazzale Taverna (a nord di viale Matteotti), si trovano le ex scuole elementari di inizio '900, frontalmente disposte rispetto a quelle oggetto del nostro lavoro di progetto. Anche questi edifici, dal carattere architettonico corrispondente all’epoca in cui sono stati costruiti, sono impostati su due corpi edilizi tra loro simmetrici e anch’essi singolarmente caratterizzati da uno schema planimetrico di base a “L”.
La particolare situazione orografica del luogo, che pure essendo pianeggiante è caratterizzata da una differenza di quota di oltre due metri tra viale Matteotti e piazzale Taverna, definisce una condizione particolare, consentendo al sottopasso che collega il centro con la periferia di essere accessibile direttamente a raso dal lato di piazzale Taverna (senza la presenza di scale o rampe) mentre sul lato opposto sono presenti due lunghe rampe di risalita che recuperano il dislivello esistente.
L’obiettivo è di riqualificare, in una ottica di flessibilità e di rinnovamento degli usi, gli spazi aperti pubblici che compongono il sistema urbano descritto, rendendoli unitari, percorribili e abitabili nel quotidiano in quanto oggi risultano fortemente frazionati e di scarsa qualità spaziale e architettonica.
Gran parte del lavoro di progetto sarà dedicato alla trasformazione dell’attuale edificio scolastico contraddistinto da una semplicità di impianto spaziale interno (corridoio che distribuisce lateralmente le aule), da una architettura a volumi semplici e da prospetti impostati sulla ripetizione del modulo finestrato. Il risultato complessivo è di un edificio dal carattere ordinato ma complessivamente di modesto valore architettonico. Anche da un punto di vista costruttivo, strutturale ed energetico non presenta elementi di qualità o di pregio oltre che essere completamente obsoleto negli elementi impiantistici.
I due corpi di cui l’edificio è composto si potranno progettualmente demolire completamente per realizzare nuovi padiglioni a servizio del verde o un nuovo edificio con funzione pubblica di contenute dimensioni. In alternativa si potranno demolire parzialmente (poco o tanto) trasformandone la restante parte a cui aggiungere nuove porzioni. Potranno anche essere complessivamente mantenuti trasformandoli spazialmente e architettonicamente.
Operativamente si prevede di trasformare gli spazi interni degli edifici esistenti che eventualmente si manterranno oltre che aggiungerne di nuovi per strutturarli sino alla definizione delle attrezzature d'arredo.
Nel complesso, questo consente di confrontarsi contemporaneamente, da un punto di vista progettuale (e didattico), con la trasformazione di edifici e spazi esistenti, sia al chiuso che all'aperto, sia con il progetto di nuovi padiglioni o edifici da porre a confronto con quelli già presenti.
Le nuove funzioni proposte dovranno nascere da una riflessione condivisa con l’amministrazione comunale di Fiorenzuola d'Arda che ha visto in questo luogo di connessione tra centro storico e periferia, la possibilità di integrare funzioni di particolare rilevanza sociale. Esse dovranno comunque avere carattere pubblico; tra queste, in particolare, si propone come possibile funzione prioritaria da insediare la biblioteca (in sostituzione e ampliamento di quella esistente che ora si trova al piano terra dell'attuale municipio): luogo per eccellenza dedicato alla cura della cultura e che presuppone una forte apertura ai cittadini di Fiorenzuola.
In generale il progetto giungerà a strutturare tutti gli spazi interni con le proprie specifiche attrezzature d'arredo, necessarie al suo funzionamento, sino al dettaglio. E sarà strettamente legato al progetto degli spazi aperti in un rapporto di continuità spaziale tra interno ed esterno. Si vuole proporre un più attento e calibrato rapporto architettonico tra nuovo ed esistente capace di ridefinire la condizione di relazione tra spazi interni e spazio pubblico aperto, sia urbano che di paesaggio.
Le proposte progettuali, infine, dovranno attuare una riqualificazione integrale delle aree oggetto di studio da un punto di vista fisico, sociale, culturale e ambientale. I temi da esplorare dovranno essere strettamente connessi a una "visione proiettiva" delle qualità dei luoghi, tanto in rapporto alle nuove pratiche sociali richieste, quanto ai nuovi significati dell'abitare, ponendo attenzione sia agli aspetti tecnologico costruttivi che a quelli della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico.
Contribuirà al nostro lavoro anche la prof.ssa Stefania Varvaro docente di Architettura degli Interni al corso di laurea magistrale in Architettura, Ambiente Costruito, Interni presso la sede d Milano del Politecnico.
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