Il Laboratorio di Concept Design è costituito da tre moduli di insegnamento indipendenti che hanno come risultato didattico la realizzazione di tre differenti progetti portati alla scala del concept. Ogni modulo di 6 cfu induce lo studente ad affrontare un punto di vista particolare della progettazione così che, alla fine del semestre laboratoriale, egli possa essersi confrontato con tre diversi temi progettuali tra loro indipendenti per tematica, metodo, modalità di conduzione e docenza. Il fine è quello di immergere lo studente del primo anno di Laurea Magistrale in un’esperienza progettuale intensiva, articolata e multiforme, facendogli apprendere l’importanza delle diverse culture ed approcci operativi cui il design contemporaneo si riferisce parallelamente. Il Laboratorio, attivo per tutto il 2° semestre, si compone di tre corsi distinti, ognuno dei quali si articola in un arco di tempo di circa 5 settimane.
Modulo 1 – prof. Alberto Seassaro ESTETICA SPERIMENTALE
IL DESIGN COME PROGETTO DELLA FORMA SENSIBILE
Il primo dei tre moduli di cui è composto il Concept Design Lab, propone agli studenti di condurre una azione di "sperimentazione estetologica" nel campo disciplinare del design inteso "come "progetto della forma sensibile", mirata ad esplorare la "fenomenologia della luce" come "principio fondante" del "prodotto di design". Il percorso del modulo di Estetica Sperimentale intende portare gli studenti - nel breve periodo di quattro settimane di operatività articolata in quattro fasi - a condurre una esperienza intensiva finalizzata a:
a) esplorare concettualmente, "in chiave soggettiva", il rapporto "forma/percezione/contenuto" della luce mediante lezioni teoriche ed esercizi metaprogettuali che si concludono con l'elaborazione di un "diario" scripto-grafico individuale;
b) praticare l'esercizio della "progettazione rapida" - in piccolo gruppo - di un "artefatto concreto" costituito da "materia-luce-senso" come "ricerca estetologica" di elaborazione di "archetipi morfologici";
c) condurre l'esperienza della realizzazione materiale dell'artefatto luminoso come prassi di "verifica del concept progettuale" e della sua "materializzazione in forma sensibile" - e attivandone così il suo "funzionamento estetico" nel rapporto di interazione con il "soggetto percettore" e con il contesto ambientale;
d) verificare - in sede di "seminario finale"- le risultanze della sperimentazione condotta - individualmente dal singolo studente e collegialmente dal "gruppo di progetto" - valutandole in rapporto sia al raggiungimento degli specifici "esiti estetici" propri del processo di concezione, progettazione e realizzazione degli artefatti, sia al conseguimento degli obiettivi di apprendimento propri del Concept Design Lab.
Modulo 2 – prof. Stefano Maffei VERY SMALL USEFUL OBJECTS #1 CONCEPTUALIZE, MATERIALIZE, LEARN, ITERATE
Questo modulo, che lavora in sinergia con quello successivo, esplora i cambiamenti nella struttura dei mercati, le forme emergenti di produzione-distribuzione delle merci e le conseguenti modificazioni degli approcci disciplinari al progetto che impongono una presa di coscienza dei fenomeni di innovazione design driven più avanzati. Attraverso visioni, esperienze e casi, si cercherà di delineare uno scenario emergente come quello della micro e autoproduzione di artefatti connessa a due fenomeni: la democratizzazione delle tecnologie per la digital fabrication (come la stampa 3D) che consentono a più soggetti di materializzare artefatti in modo autonomo e la semplificazione e miniaturizzazione delle tecnologie che consentono di introdurre più facilmente negli oggetti elementi di base legati all’interazione, alla connessione e al controllo.
Lo scenario prospettato apre la possibilità di esplorare la progettazione e prototipazione di artefatti analogici/digitali di piccole e piccolissime dimensioni e di varia utilità – definiti Very Small Useful Objects - che possono agire come:
a) oggetti autonomi e indipendenti generatori/portatori di nuove funzioni;
b) oggetti che sono attivatori, moduli, terminali, estensioni e/o appendici di altri prodotti o servizi.
Lo scopo è stimolare gli studenti a sviluppare un’esperienza progettuale originale, intensiva e completa - dall’idea al prototipo funzionante - fortemente collegata al tema dell’apprendimento sperimentale e basata su un processo che prevede i seguenti passaggi:
- concettualizzazione dell’idea progettuale;
- materializzazione dell’artefatto;
- codifica del processo di apprendimento collegato all’esperienza progettuale;
- capacità di modifica e implementazione del processo in diverse direzioni (hacking);
- iterazione del processo progettuale (capacità di ripetere l’esperienza in forma evoluta).
Gli studenti, che lavoreranno in gruppi composti da massimo 2 persone, dovranno progettare e prototipare dei Very Small Useful Objectsaventi una dimensione massima di 10 X 10 X 10 cm. Questi artefatti dovranno essere realizzati con tecniche di fabbricazione digitale, preferibilmente la stampa 3D. Eventuali elementi di interattività possono essere previsti nell’artefatto privilegiando però la dimensione analogica rispetto a quella digitale.
Modulo 3 – prof. Massimo Bianchini
VERY SMALL USEFUL OBJECTS #2 HACK, MATERIALIZE, LEARN, ITERATE
Questo modulo esplora le possibilità di implementazione dei micro artefatti realizzati nel modulo precedente utilizzandoli come punto di partenza per lavorare sul concetto di implementazione, modificazione ed elaborazione delle merci. Concetti che trovano applicazioni concrete nei processi di hacking, nei processi di (mass) customizzazione e personalizzazione o addirittura di re-manufacturing. Attraverso visioni, esperienze e casi, si cercherà di delineare lo scenario emergente della micro e autoproduzione di artefatti connesso questa volta ad altri due fenomeni: l’open design - che consente di rendere modificabile e implementabile un progetto relazionandolo poi alla fabbricazione digitale (come la stampa 3D) - e i processi di modifica, potenziamento, personalizzazione e rigenerazione delle merci esistenti.
Lo scenario prospettato apre così la possibilità di esplorare la riprogettazione e ri-prototipazione di micro artefatti analogici/digitali (i Very Small Useful Objects) lavorando sulle seguenti possibilità di modifica:
a) Hacking: riprogettazione dell’oggetto alterandone forma, funzione e significato;
b) Re-generation: aggiunta o accorpamento/integrazione di componenti e parti progettate ad ok che potenziano o estendono le funzioni dell’oggetto esistente sia in chiave individuale che collettiva.
Lo scopo è stimolare gli studenti a iterare l’esperienza progettuale sviluppata in precedenza riflettendo però su tutti gli elementi di implementazione riguardanti le fasi di progettazione e prototipazione. Anche in questo modulo gli studenti lavoreranno in gruppi composti da massimo 2 persone e dovranno creare dei Very Small Useful Objects partendo dalla modifica di quelli esistenti e mantenendo una dimensione massima di 10 X 10 X 10 cm. Anche in questo caso gli artefatti dovranno essere realizzati con tecniche di fabbricazione digitale, preferibilmente la stampa 3D. Eventuali elementi di interattività analogica/digitale possono essere previsti nell’artefatto ma dovranno essere funzionanti.
Bibliografia
La bibliografia di ogni singolo modulo verrà indicata all’inizio delle lezioni.
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