LA DIMENSIONE PRIVATA DELL’ABITARE
- PROGETTARE UNA VILLA
- PROGETTARE UNO YACHT
Gli studenti iscritti al Laboratorio, saranno invitati a scegliere uno dei due temi progettuali proposti (villa oppure yacht), qui di seguito descritti.
TEMA PROGETTUALE 1. LA VILLA E LA FORMA
Oggetto del Laboratorio è una riflessione progettuale sull’architettura della villa.
L’idea di villa è teoricamente e metodologicamente intesa come sintesi di tutte le proprietà e di tutti gli elementi specifici dell’architettura, progettabile alla scala controllata dell’interno domestico unifamiliare.
La tradizione storica e sociale della villa, a partire dai grandi esempi dell’antichità, passando per l’esperienza dell’Umanesimo fino alle più recenti declinazioni della modernità, definisce i contorni di un grande viaggio all’interno dell’architettura su misura, specchio di una individualità che giunge a decidere la forma e l’immagine di ogni elemento presente nel paesaggio della propria esistenza, e specchio di una socialità che si esprime nei rapporti di prossimità e di identità familiare. In sintesi, nella dimensione privata dell’abitare.
La villa sarà progettualmente declinata come casa-museo, cioè come complesso sistema di spazi articolati sulla base della presenza di collezioni d’arte contemporanea e archeologiche, in cui il rapporto tra pubblico e privato, tra luoghi introversi e luoghi aperti allo sguardo esterno, costituisce il vero principio ordinatore del progetto. La villa-museo è collocata a Roma, nei pressi del Colosseo e della Domus Aurea.
Sotto il profilo teorico, il nocciolo di tale riflessione è costituito dalla forma, intesa nella doppia accezione di
a) forma_idea, cioè l’insieme strutturato e ordinato degli elementi che la costituiscono, e di
b) forma percepita, cioè la qualità delle proprietà figurative che si offrono all’osservatore.
In termini progettuali, con ciò si intende la relazione complessa e indeducibile tra spazio architettonico interno inteso come centralità assoluta, compresi gli oggetti e le attrezzature dell’abitare, la luce, le superfici che lo qualificano e il paesaggio in esso percepito (naturale o artificiale), e l’involucro architettonico esterno inteso come “carena”, cioè come dispositivo plastico percepito dall’osservatore esterno.
L’idea, alla base della sperimentazione progettuale è che lo sviluppo recente dell’architettura, abbia fortemente messo in crisi il concetto di continuità deducibile tra la forma dell’interno e la forma dell’esterno. Questo, se da una parte, intensifica l’autonomia dell’interno rispetto alla qualificazione dello stesso all’esterno, dall’altra crea una interazione “a distanza” tra forma interna e forma della “carena”.
Il progetto proposto agli studenti si confronta quindi con tre ordini di riflessione:
- La forma dello “spazio primario” (forma A).
- La forma della “carena” (forma B).
- La relazione formale tra forma A e paesaggio esterno, mediata dallo spazio interstiziale definito per differenza formale tra A e B.
METODOLOGIA PROGETTUALE E SVILUPPO PER FASI
L’atto fondativo coincide con la messa a punto di uno “spazio primario”, cioè uno spazio tutto interno definito:
- dalla sua architettura,
- da tutti gli oggetti in esso presenti (opere d’arte, arredi fissi e mobili, contenitori, sedute, rivestimenti e dispositivi di somministrazione della luce),
- dal trattamento delle superfici,
- dalla qualità dei materiali.
In sintesi, la triade lecorbusieriana spazio-oggetto-grafica espressa nella seconda prefazione al “Modulor”.
Si procederà poi con la carenatura dell’organismo primario interno, con il duplice obbiettivo di definire il rapporto plastico tra la villa e il paesaggio esterno, naturale e antropizzato, e tra lo spazio primario e la luce naturale. Il risultato sarà un complesso spazio interstiziale, un “between” tra lo spazio primario e la membrana della carena. Si tratta anch’esso di un interno, occulto e misterioso. Ma anch’esso abitabile.
Il progetto avrà una specifica declinazione, quella dell’Ego. Divus, che consiste in un agire progettuale che si sviluppa su un doppio binario: progettare per se stessi, progettare per il principe. Operare internamente a questo dualismo, significa lavorare in una dimensione altamente personalizzata e, assieme, fortemente idealizzata, (vedi l’esempio del progetto della reggia del Principe Ottone I di Baviera ideata da Schinckel sull’Acropoli).
INTERNI | DESIGN. ZOOMING SUL PRODOTTO D’ARREDO
L’abitare “su misura”, con le sue declinazioni e interpretazioni legate al paesaggio di oggetti “one off” presenti nella villa, costituisce storicamente uno dei terreni di confronto progettuale dell’architetto che opera per se (e per il principe). Una realtà scomparsa dagli orizzonti della formazione dell’architetto che questo laboratorio intende ripristinare, riappropriandosi di un mestiere necessario per il controllo del progetto alla scala domestica.
L’esperienza progettuale assumerà quindi una dimensione integrale e porterà ad una riflessione sul disegno del prodotto d’arredo. Il ragionamento alla piccola scala avrà pertanto una ricaduta sulla progettazione di prodotti da realizzarsi con modelli in scala 1:1. Il riferimento metodologico sarà l’insieme di prodotti progettati e realizzati da Gerrit Rietveld nel quadro della sperimentazione operata da De Stijl negli anni ’20, e ancora oggi attualissima per quanto riguarda un approccio “minimalista” al prodotto d’arredo.
BIBLIOGRAFIA
Sulla Villa e sulla casa museo
Pier Federico Caliari, Tractatus Logico Sintattico. La forma trasparente di Villa Adriana, Edizioni Quasar, Roma, 2012.
Frank Lloyd Wright, Taylor Woolley (disegni), “Ausgeführte Bauten und Entwürfe von Frank Lloyd Wright”, Ernst Wasmuth Editore, Berlino, 1911. Oggi edito da Jaca Book, con prefazione di Vincent Scully, 1986
Andreoli A. (a cura di) Il Vittoriale degli Italiani. Skirà, Milano, 2004.
Tim Knox, Sir John Soane's Museum, London. Merrell, 2009.
Sulla progettazione nautica
Massimo Musio-Sale, Yacht design. Dal concept alla rappresentazione. Tecniche Nuove, Milano, 2009
Barche, Mensile Internazionale della Nautica, Dicembre 2011. “Una questione di forma”, Intervista a Pier Federico Caliari.
Pier Federico Caliari e Massimo Musio Sale (a cura di) Il Mediterranean Style. 1959_1979, International Sea Press, Milano, 2013
TEMA PROGETTUALE 2. LO YACHT E LA FORMA DINAMICA
Il progetto di una barca, in questo caso uno yacht di 27 metri, è un processo complesso in cui convergono aspetti di eccellenza ideativa, produttiva, costruttiva, tecnologica e performativa. E’ un’esperienza solo in parte assimilabile a quella del progetto di un edificio, poiché contrariamente ad esso uno yacht è una struttura la cui condizione fondamentale è quella di confrontarsi con il galleggiamento e la navigazione. Non è una struttura statica, è una struttura viaggiante con prerogative non solo di abitabilità, ma anche di manovrabilità. In sintesi è una forma dinamica capace di trasformare il suo assetto e di disporsi a ricevere le sollecitazioni di diversa natura del mare.
Lo yacht design è da intendersi come insieme di saperi, competenze e processi organizzati intorno ad una ricerca sia scientifico-tecnologica che formale. E’ una disciplina declinata in una componente costruttivo-cantieristica legata alle performance e alla navigabilità, in una componente di stile e allestimento one off e in una particolarissima articolazione dell'architettura degli interni, che la rendono del tutto eccezionale sotto il profilo dell'esperienza della storia del Made in Italy.
Abitare il mare è il tema dell’esperienza progettuale. Comprendere la natura di una imbarcazione è il primo passo per portare gli studenti all’interno di un processo progettuale, fino a questo momento unico e originale nell’offerta formativa della Scuola. Acquisire le conoscenze di base di un mestiere è l’obbiettivo finale di un’esperienza conoscitiva che nel Laboratorio trova il suo start up.
Sotto il profilo della riflessione formale e di quanto espresso in precedenza con il concetto di “spazio primario” e con quello di spazio interno inteso come centralità assoluta, la progettazione di un’imbarcazione si porta dietro tutta l’esperienza propria dell’architettura basata sulla percezione dello spazio e della sua abitabilità nonchè sulla comprensione della forma carenata dello scafo e della compressione della sua sezione, attraverso il disegno sia dell’impianto generale sia del dettaglio, questo sì di primaria importanza.
Gli studenti che sceglieranno il tema dello yacht disporranno dei disegni costruttivi di una carena performante di 27 metri realizzata per una nota imbarcazione, il Leopard Sport Open costruito dai Cantieri Arno di Limite sull’Arno verso la metà degli anni Novanta (oggi Cantieri Leopard di Pisa).
Internamente a questo scafo e sopra di esso verrà sviluppata la progettazione degli spazi interni ed esterni seguendo i principi metodologici già espressi per quanto riguarda la progettazione della villa.
Dopo una prima fase a carattere conoscitivo, basata sull’esplorazione di casi studio della nautica contemporanea, si passerà alla progettazione originale della sovrastruttura e dell’interno dello scafo, che raggiungerà la scala del dettaglio, sia mediante la predisposizione di rappresentazioni bi-tri dimensionali sia mediante la realizzazione di un modello a “scheletro”.
IL GRAND TOUR
Il percorso conoscitivo dei temi proposti dal Laboratorio prevede anche la partecipazione (facoltativa) al “Grand Tour”, un viaggio di studio che avrà per oggetto la visita:
- alla location di progetto riferita alla villa, che è localizzata a Roma
- ad alcuni dei più significativi capolavori di architettura presenti sul territorio italiano in termini di architettura d’interni (musei e teatri) e di esempi costruiti di architettura della villa.
- ad un cantiere navale di importanza internazionale a Viareggio.
Qui di seguito la bozza del programma di viaggio (aperta ad eventuali modifiche)
VIAGGIO DI STUDIO
A PARMA, SIENA, ROMA, VILLA ADRIANA, CAPRAROLA, TODI, ASSISI E CORTONA
MERCOLEDI’ 22 OTTOBRE
Ore 6,30 Appuntamento in Piazza Leonardo da Vinci angolo Via Bonardi
Ore 7,00 Partenza da Milano
Ore 9,00 Visita al Palazzo della Pilotta a Parma, Teatro Farnese, Galleria dell’Accademia (Arch. Guido Canali)
Ore 11,00 Partenza per Viareggio
Ore 15,00 Visita al Cantiere Azimut Benetti di Viareggio
Ore 17,30 Partenza per Siena
Ore 20,00 Check in Hotel
Ore 21,00 Cena e serata libera
GIOVEDI’ 23 OTTOBRE
Ore 9,00 Visita al Museo di Santa Maria della Scala (Arch. Guido Canali).
Ore 10,30 Partenza per Roma
Ore 13,00 Check In Hotel
Ore 15,00 Visita alle aree di progetto
Ore 17,00 Visita a Castel Santangelo
Ore 20,00 Visita notturna ai Musei Vaticani.
VENERDI’ 24 OTTOBRE
Ore 9,00 Partenza per Villa Adriana
Ore 10,30 Visita di Villa Adriana
Ore 13,00 Pranzo presso Agriturismo La Rosolina
Ore 15,00 Partenza per Roma
Ore 16,30 Visita al Museo dell’Ara Pacis (Arch. Richard Mayer)
Ore 17,30 Visita libera della città.
SABATO 25 OTTOBRE
Ore 14,00 Partenza per Caprarola
Ore 11,00 Visita a Palazzo Farnese /Arch. Vignola, Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi)
Ore 13,00 Pranzo
Ore 15,00 Partenza per Perugiai
Ore 17,00 Check in Hotel
Ore 18,30 Visita libera della città e cena.
DOMENICA 26 OTTOBRE
Ore 9,30 Partenza per Firenze
Ore 11,30 Visita alla Città
Ore 13,00 Pranzo
Ore 17,00 Partenza per Milano
Ore 22,00 Arrivo previsto a Milano
Inoltre, verranno organizzate ulteriori visite al Vittoriale degli Italiani, la casa museo di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera e alla Fondazione Renzo Piano a Genova-Vesima, presso lo studio dell’architetto (da confermare).
MODULO DI RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE
Prof. Andrea Donelli
Contenuti
Il corso di Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura intende affrontare i fondamenti disciplinari attraverso il metodo ed il procedimento tradizionale del rilevamento perseguendo un atteggiamento pragmatico, intendendo con ciò un percorso non generalista, ma utile e necessario ad apprendere con seria consapevolezza il valore e il ruolo che la disciplina del rilievo ha in sé così come essa si è radicata nella sua esperienza scientifica. Solo con un lavoro diretto si ritiene che sia possibile realizzare e maturare la conoscenza relativa al costruito; il rilevamento tramite le sue regole codificate e tradizioni consente tale esperienza. Le differenti fasi di acquisizione e di restituzione grafica consentono, inoltre, di indagare le regole codificate della geometria descrittiva per il disegno di architettura finalizzato alla rappresentazione del progetto. Pertanto sarà riservata molta considerazione alla manualistica e alla trattatistica a cui riferirsi.
Obiettivi
Il corso di Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura implica processi riflessivi che permettono di unire il pensiero teorico ad aspetti applicati al tema architettonico. La disciplina del rilievo sarà affrontata nei suoi contenuti teorico – scientifici nonché nelle problematiche operative – pratiche. La differenziata produzione degli elaborati alle diverse scale di rapporto numerico, implica la diretta osservazione e riflessione dell’oggetto architettonico, così come altri elaborati daranno verità della metodica del procedimento e del rilevamento effettuato.
Bibliografia:
Una bibliografia completa sarà fornita alla prima lezione; si riportano alcuni testi essenziali:
Barucci C., Strumenti e cultura del progetto. Manualistica e letteratura tecnica in Italia 1860-1920, Officina Roma, 1984.
Docci M., (a cura di), Strumenti didattici per il rilievo, Gangemi, Roma, 2000.
Docci M., Maestri D., Manuale del rilevamento architettonico e urbano, Laterza, Bari-Roma, 1994.
Ippoliti E., Rilevare. Comprendere misurare rappresentare, Edizioni Kappa, Roma, 2000.
Ugo V., Fondamenti della rappresentazione architettonica, Esculapio, Bologna, 1994.
Salerno R., La macchina del disegno. Teorie della rappresentazione nel XIX secolo, Clueb, Bologna, 2000.
Torsello B.P., (a cura di), Misura e conservazione: tecniche di rilevamento, Cluva, Venezia, 1979.
MODULO DI SOCIOLOGIA DEL TERRITORIO
Prof.ssa Rossana Torri
Il modulo di Sociologia del Territorio ha come principale obiettivo quello di illustrare il contributo che le scienze sociali e in particolare la sociologia urbana e del territorio possono offrire alla progettazione di spazi per l'abitare. In particolare, gli studenti avranno l'opportunità di impadronirsi di strumenti interpretativi e tecniche di analisi (osservazione, interviste, focus group...) per la lettura dell'ambiente urbano e dei luoghi intesi come precipitato spaziale delle complesse relazioni tra individuo e società. La riflessione sugli spazi dell'abitare sarà affontata da un duplice punto di vista: la natura socialmente costruita dello spazio fisico e gli effetti che l'ambiente costruito è in grado di esercitare sugli individui, sui gruppi sociali, sulle diverse popolazioni che lo abitano e lo utilizzano (inclusione-esclusione, conflitti, appropriazione, processi di differenziazione sociale nello spazio...).
L'insegnamento alterna alle lezioni frontali momenti di discussione collettiva, di presentazione di ricerche e studi di caso, di video-proiezioni utili ad illustrare problemi o tecniche di ricerca sociale.
Gli studenti saranno invitati a sperimentare quanto appreso attraverso una breve esercitazione sul campo da svolgere a piccoli gruppi a partire da un tema proposto dalla docente, a integrazione dell'attività di studio e progettazione svolta all'interno del Laboratorio di Progettazione di Interni.
La bibliografia di base del modulo è costituita da una selezione di capitoli tratti dai seguenti testi:
Agustoni A. (2000), Sociologia dei luoghi ed esperienza urbana, Milano, Franco Angeli.
Tosi A. (1994), Abitanti: le nuove strategie dell'azione abitativa, Bologna, Il Mulino.
Corbetta P. (2003), La ricerca sociale: metodologia e tecniche. Bologna, Il Mulino.
Ulteriori indicazioni per letture e approfondimenti relativi alle lezioni saranno forniti all'inizio del corso.
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