Lab-int 2015: HOFK
Proff.: Gennaro Postiglione, Francesco Dolce, Enrico Scaramellini
Tutors: Michela Bassanelli, Enrico Forestieri
“Tutte le pratiche significanti possono generare testo: la pratica pittorica, quella musicale, filmica, ecc. […] Se la teoria del testo tende ad abolire la separazione dei generi e delle arti è perché non considera più le opere come semplici ‘messaggi’ […] ma come produzioni perpetue, enunciazioni, attraverso le quali il soggetto continua dibattersi: questo soggetto è certo quello dell’autore, ma anche quello del lettore. La teoria del testo provoca dunque la valorizzazione di un nuovo oggetto epistemologico: la lettura […]. Non soltanto la teoria allarga all’infinito le libertà della lettura, ma ancora insiste molto sull’equivalenza (produttiva) tra la scrittura e la lettura […], - dove - la piena lettura è quella in cui il lettore non è nient’altro che colui che vuole scrivere.” [Roland Barthes, Teoria del testo].
Senza l’ossessione dell’autentico, o di un ancor più utopico ritorno allo stato originale ma animati da un sano spirito di ricerca e di analisi dell’opera in quanto tale, con la sua incompletezza e la sua storia fatta di trasformazioni e transiti, come architetti abbiamo l’obbligo di riuscire a coniugare rispetto per il contesto senza rinunciare a metterne in azione la “produttività” attraverso la prassi del progetto.
L’opera come testo, lo spazio come luogo del gesto, il progetto di interni come “ri-scrittura” e come ricerca “di ospitalità” costituiscono dunque in sintesi gli elementi determinanti di una prassi che si esprime attraverso la manipolazione cosciente dell’esistente che continuamente trasforma, frantumandone l’autenticità.
Oggetto di lavoro anche quest'anno sarà un edificio in stato di abbandono o di sotto-utilizzo situato in un contesto stimolante (probabilmente l’Hotel Orbis Forum a Krakow): https://www.youtube.com/watch?v=9l3BaJMVco8
(modifiche potrebbero intervenire se i materiali necessari a svolgere l'esercizio progettuale non fossero recuperabili).
Il laboratorio è organizzato in tre fasi: una dedicata alla conoscenza del manufatto nella sua condizione attuale, una seconda dedicata alla individuazione di possibili scenari e programmi di uso e recupero, e una terza dedicata allo sviluppo di uno specifico progetto di riattivazione del manufatto oggetto di intervento.
Cura del dettaglio, attenzione agli aspetti costruttivi e conformativi, ricorso a maquette di studio e ad ambientazioni di verifica progettuale, sono gli aspetti che caratterizzano il laboratorio che si organizza in momenti di lezione frontale, al martedì, e di discussione individuale e collettiva dei progetti, al venerdì. Il seminario di Mid Term e quello finale costituiscono i momenti di forum e confronto anche con docenti e colleghi esterni all’ateneo milanese.
Per ulteriori informazioni sull'attività pregressa del laboratorio: http://www.lablog.org.uk/category/02_year-books/
Nella tabella sottostante sono riassunte le modalità attraverso cui le diverse attività didattiche previste dal laboratorio contribuiscono al raggiungimento dei risultati di apprendimento attesi, definiti in accordo con i seguenti 5 descrittori di Dublino:
1 Conoscenza e capacità di comprensione (knowledge and understanding)
2 Capacità di applicare conoscenza e comprensione (applying knowledge and understanding)
3 Autonomia di giudizio (making judgements)
4 Abilità comunicative (communication skills)
5 Capacità di apprendimento (learning skills)
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